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RE: LIBERALI ITALIANI UNIAMOCI !!!
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LIBERALI ITALIANI UNIAMOCI !!!
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RE: Vi fidate del PL ?
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RE: Vi fidate del PL ?
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RE: Vi fidate del PL ?
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Vi fidate del PL ?
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euro
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RE: Per il partito dei "liberali"
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sondaggio
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sulla stampa |
15 milioni di italiani a rischio povertà
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15 milioni di italiani a rischio povertà
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Riforma grande solo nei difetti
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PREMESSA
LIBERALITALIA non è e non vuole essere un partito politico; non fa riferimento ad alcun partito politico nazionale, nè a noti o meno noti leaders politici nazionali; è altra cosa rispetto agli schieramenti di destra e di sinistra, così come altra cosa sono i liberali rispetto a quegli schieramenti. Cosa sia LIBERALITALIA e cosa si proponga di fare può essere agevolmente compreso dalla lettura di queste poche righe che ne delineano il percorso seguito dall'iniziale fase del suo concepimento fino alla sua costituzione ufficiale con atto notarile. |
LA FASE PREPARATORIA
Era la primavera del 2000 quando Giorgio Cicogna, Michele D'Elia, Beppi Lamedica, Claudio Pietroni, Vittorio Vivona decisero di incontrarsi a Bologna per una valutazione complessiva della situazione del liberalismo politico italiano. Dalla loro analisi emerse evidente la totale emarginazione di ogni forza politica italiana d'ispirazione liberale e la completa frustrazione, rispetto alle speranze di alcuni vecchi leaders liberali, dell'aspettativa di qualche risultato positivo derivante dallo schierarsi a destra o a sinistra. Le elezioni politiche del mese di maggio confermavano anche che, presentandosi alle elezioni separate e tra loro in concorrenza, nessuna forza politica d'ispirazione liberale aveva la forza sufficiente per conseguire un qualche risultato utile ad offrire agli elettori una credibile alternativa ai due soverchianti ed egeminizzanti schieramenti di destra e di sinistra. I risultati elettorali confermavano anche il progressivo impoverirsi del patrimonio elettorale di quei partiti minori che avevano scelto di aderire all'uno o all'altro dei due schieramenti.
Dall'analisi dei cinque amici, emerse però la consapevolezza che nella provincia italiana vi fosse una realtà ben diversa di immutato impegno politico e di diversa percezione del ruolo dei liberali in politica. Nelle successive riunioni, svoltesi mensilmente fino a tutto l'autunno 2001, vennero acquisiti dati significativi sulla mappatura territoriale di organizzazioni territoriali dei partiti nazionali d'ispirazione liberale, su associazioni e circoli, gruppi e liste civiche, che in quasi tutti i principali comuni italiani continuavano meritoriamente a lavorare per la diffusione e l'affermazione - anche elettorale - di valori ed idee liberali. Nel corso di tutto il 2001 le riunioni vennero frequentate da un numero sempre crescente di rappresentanti di quelle realtà territoriali liberali - provenienti da ogni regione italiana.
Insieme a loro si sviluppò un dibattito politico che portò gradualmente alla formazione di un "progetto" di lavoro comune.
IL PROGETTO
Il "progetto" comune che andò maturando si fondava sulle seguenti considerazioni:
A) in presenza di una radicalizzazione politica tra i due schieramenti di destra e di sinistra, di una egemonizzazione da parte loro dei grandi mezzi d'informazione, di una legge elettorale interpretata per favorire l'affermazione dei due grandi "cartelli" elettorali, ai liberali rimane preclusa ogni strada per una anche modesta affermazione in consultazioni politiche nazionali;
B) al progressivo decadimento del ruolo istituzionale del Parlamento nazionale, sia per il crescente ruolo delle istituzioni comunitarie dell'Unione Europea, sia per il massiccio trasferimento alle regioni e agli enti locali di importanti competenze già di spettanza del Parlamento nazionale, consegue una imponente valorizzazione del ruolo politico delle Regioni e degli enti locali con il relativo spostamento a quelle molteplici sedi istituzionali del confronto e dello scontro politico sui grandi temi - cari ai liberali - delle libertà e dei diritti individuali dei cittadini;
C) non tutte le realtà politiche regionali e, soprattutto, locali presentano quell'aspetto di radicalizzazione tra destra e sinistra e di loro soverchiante egemonizzazione , oltre a risultare meno influenzate dai bombardamenti massmediatici.
In presenza di tali condizioni, il ruolo dei liberali impegnati in politica acquisisce una luce diversa ed assai più viva rispetto alla politica nazionale.
Il "progetto" di lavoro comune dei liberali deve, dunque, fondarsi su alcuni punti fermi egualmente importanti:
1) favorire con ogni più opportuna iniziativa l'incontro, il dialogo e la collaborazione tra organizzazioni territoriali di quel che rimane dei partiti nazionali d'ispirazione liberale, le associazioni e i circoli di cultura liberale, i gruppi e le liste civiche che operano localmente per l'affermazione di valori ed idee liberali;
2) l'incontro, il dialogo e la collaborazione non possono prescindere dal reciproco rispetto per i diversi percorsi culturali appartenenti alla tradizione di quei partiti, associazioni, circoli, gruppi e liste civiche, oltre che dalla tolleranza verso le loro scelte di carattere nazionale finchè non matureranno le condizioni per l'affermazione di un grande movimento unitario di carattere nazionale, ferma restando l'adesione ai valori e alle idee delle organizzazioni internazionali del liberalismo politico;
3) superate le fasi dell'incontro e del dialogo, la collaborazione deve esercitarsi principalmente attraverso la partecipazione alle consultazioni elettorali locali e regionali, autonoma ed alternativa rispetto agli schieramenti di destra e di sinistra;
4) la collaborazione deve essere agevolata e sostenuta da una organizzazione territoriale su base federativa regionale e provinciale, agile ed efficiente che si raccordi a livello nazionale in un organismo di coordinamento rappresentativo, ma non coercitivo, delle diverse realtà territoriali.
LA NASCITA DI "LIBERALITALIA"
Confidando nel carattere assolutamente innovativo - quasi rivoluzionario - del "progetto" innanzi delineato, cento rappresentanti di organizzazioni territoriali di partiti nazionali d'ispirazione liberale, associazioni e circoli di cultura liberale, gruppi e liste civiche, si sono ritrovati al I° Meeting Nazionale dei LIberali, svoltosi a Pesaro l'1 e il 2 dicembre 2001 con la collaborazione del "Forum Liberaldemocratico delle Marche e dei suoi esponenti Claudio Pietroni ed Italo Binucci, per discutere e approvare quel "progetto" comune di lavoro maturato nei numerosi incontri preparatori di Bologna, Milano, Firenze e Bergamo. Al Meeting di Pesaro veniva anche assunta la decisione di dare vita ad una Associazione nazionale di cultura e politica denominata "LIBERALITALIA" che si facesse portatrice del "progetto", ne diffondesse la conoscenza su tutto il territorio nazionale, ne favorisse l'adesione ed infine coordinasse e sostenesse le iniziative di tutti gli aderenti.
LIBERALITALIA nasceva così formalmente il 27/28 aprile 2002, nel corso del II° Meeting Nazionale dei Liberali svoltosi a Colleferro (Roma) con la collaborazione della locale sezione della FdL e di Nicola Girolami: l'atto costitutivo 28 Aprile 2002, N.Rep. 487/249 Notaio Dott. Luca Troili di Roma è stato registrato in Roma il 15 maggio 2002.
Il 7/8 Dicembre 2002 LIBERALITALIA ha tenuto a Viareggio il III° Meeting Nazionale dei Liberali, con la collaborazione della locale lista civica "Vivere Viareggio" e del suo consigliere comunale Alberto Benincasa.
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