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Brescia: "Nè con la destra, nè con la sinistra"
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"Nè con la destra, nè con la sinistra": così potrebbe chiamarsi la lista civica che l'ex-leghista Francesco Tabladini ha lasciato intendere di voler presentare alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Brescia. |
Tabladini sta girando l'Italia per presentare il suo libro «Bossi: la grande illusione» (Editori Riuniti): un panphlet in cui ripercorre i 13 anni della sua militanza leghista della prima ora, le tre legislature come parlamentare della Lega fino alla definitiva rottura con Bossi e relativa espulsione dal partito. Tra ricordi personali, aneddoti, rivelazioni di fatti avvenuti dietro le quinte, il libro è un pesante atto d'accusa nei confronti di Bossi, della sua gestione del partito, degli uomini che vi sono rimasti per interessi di bottega; è un atto d'accusa in cui Tabladini interpreta l'opinione e i risentimenti di quelle masse di leghisti che avevano creduto in buona fede alle promesse di Bossi e ai nuovi orizzonti che schiudeva loro, che avevano riempito le piazze, che avevano scalato il Monviso fino al Pian del Re, che avevano disceso il Po dalla sorgente alla foce,che avevano comprato le zolle del prato di Pontida, che di notte affrontavano i rischi (materiali e legali) di arrampicate sui ponti delle autostrade e sui muri dei capannoni per testimoniare con la vernice la loro fede nell'indipendenza del Nord; tutta quella gente ha voltato le spalle a Bossi e alla Lega. E' per loro che Tabladini ha scritto il suo libro; è per loro che va in giro a presentarlo, è per loro che riflette se presentare una lista autonoma a Brescia e magari togliere la polvere della cantina dai pacchi di vecchi manifesti con la scritta "Roma ladrona".
Se Tabladini vuole far rinascere lo spirito dei puri e duri delle origini leghiste, siamo certi che andrà ad affollare le schiere di ex-leghisti presi a calci da Bossi, sparpagliati, divisi e rissosi nelle schegge impazzite di un autonomismo privo di prospettive. Se, invece, saprà volgere in positivo l'amore dei tanti ex-leghisti per la loro terra, le loro comunità, il loro lavoro, senza gli orpelli stoltamente indipendentisti e ottusamente comunitaristi tipici della prima Lega, forse renderà un servizio a questo Paese in cui le comunità locali vanno acquisendo una crescente rilevanza politica. Perchè il continuo cianciare e sproloquiare sulla grande politica sta allontanando i cittadini dall'attenzione per i problemi che li interessano più da vicino.
Ma, tra le riflessioni di Trabladini e la strada che abbiamo indicato è ancora enorme il solco da colmare. |
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