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La mia posizione sul nuovo movimento di Segni


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Alcuni amici mi hanno segnalato l'iniziativa di Mario Segni per la costituzione di un nuovo movimento. Nella loro segnalazione ho scorto un non troppo velato invito affinchè io personalmente vi aderisca e, magari, approfitti della mia posizione di presidente di Liberalitalia per indurre altri amici ad aderire.

Ho precisato loro che della mia posizione in Liberalitalia non ho mai profittato - e non intendo profittare per il futuro - al fine di portare acqua ad iniziative di qualsivoglia partito, movimento o lobby. La mia posizione in Liberalitalia è quella di garante della convivenza in essa delle molteplici identità e tradizioni politiche di quanti vi aderiscono e, aderendo, fanno proprio il suo progetto di incontro, dialogo e collaborazione tra formazioni partitiche, associazioni, gruppi, liste civiche e singoli d'ispirazione liberale.

Ma l'adesione al "progetto" di Liberalitalia implica anche lavorare perchè incontro, dialogo e collaborazione possano portare ad "offrire agli elettori un'opzione di voto chiaramente liberale e non confondibile con quella per altri parti, singoli o alleati, che non si ispirino a valori liberali o aderiscano a organizzazioni politiche nazionali o internazionali diverse da quelle ufficialmente e universalmente riconosciute come liberali". I propositi di Segni, così come espressi nel sottoriportato passo della sua relazione del 19/10/2002, indicano univocamente che la sua nuova formazione si riconosce nel "PPE" e non nell'Internazionale Liberale o nel "ELDR-Partito Liberale Europeo".

Detto ciò, neppure a titolo personale ritengo possibile la mia adesione per le seguenti ragioni:
1) non ho nulla a che spartire con il PPE ed i partiti ad esso affiliati in Italia (F.I. compresa);
2) considero una iattura per la democrazia italiana il cd "bipolarismo" che, invece, Segni sembra amare tanto; sono, invece, per un sistema elettorale maggioritario a turno unico sul modello inglese (solo gli sciocchi lo definiscono bipartitico), capace di assicurare una precisa distinzione tra laburisti, conservatori e liberali;
3) non amo per niente le aggregazioni di più partiti (bi,tri, quadripolarismo che sia) ma sono disposto a considerare l'aggregazione un primo passo verso l'unione di partiti liberali e ad adeguarmi ad esso, alle sole condizioni che tale aggregazione non implichi adesione ad organizzazioni internazionali diverse da quelle liberali e che non comporti in alcun modo confusione o sostegno agli attuali schieramenti di destra e di sinistra.
Per dirla crocianamente: "Qui sto io".


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Relazione tenuta da Mario Segni il 19/10/2002

"Se i passaggi intermedi sono ancora incerti, abbiamo invece, più lontana, una prospettiva chiara ed importante. In un'Europa che si sta bipolarizzando più dell'Italia, le forze moderate e liberali stanno lentamente confluendo nel Partito Popolare Europeo. Il giorno in cui il fronte liberaldemocratico non fosse più una articolazione di partiti guidati da un partito azienda, ci ritroveremo tutti in un movimento unico che confluisce nel Partito Popolare europeo. Non sottovalutiamo questa prospettiva. I partiti europei saranno tra qualche anno una realtà. Ancorare il fronte moderato al Partito Popolare Europeo è al tempo stesso una garanzia e un progresso".

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Battaglie: I liberaldemocratici

"Siamo per il bipolarismo, e poiché la concezione liberaldemocratica è alternativa a quella della sinistra consideriamo il centro destra la nostra collocazione naturale. Ma siamo per un confronto civile, e non crediamo che la sinistra italiana sia antidemocratica e mangi i bambini. Se la sinistra e la destra sono più mature il merito è anche nostro, del maggioritario che ha spinto le estreme alla moderazione. Tutti i partiti hanno abbandonato sia il comunismo che il fascismo, grazie a Dio. Far credere ad alcuni italiani che esiste ancora il pericolo rosso non aiuta il Paese, anche se in certi momenti può far guadagnare qualche voto.

Proprio perché siamo liberaldemocratici non ci riconosciamo nella Casa delle Libertà. Anzi ci presentiamo proprio come quei liberaldemocratici che non ci stanno, che vorrebbero qualcosa di diverso. Riconosciamo i lati positivi che vi sono, e soprattutto il fatto che la presenza di Berlusconi è oggi una garanzia di bipolarismo. Ma è proprio sul contrasto con la linea liberaldemocratica che fondiamo la nostra distinzione".

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Il messaggio di Segni per la manifestazione del 21 giugno

"Non siamo e non saremo mai il terzo Polo che vuole distruggere il bipolarismo. Questo sistema, che dopo decenni di ingovernabilità ha dato all’Italia una straordinaria stabilità, l’abbiamo creato noi con i referendum, e vogliamo non solo conservarlo ma completarlo con l’elezione diretta del Premier (il Sindaco d’Italia) e le altre riforme costituzionali. Non vogliamo ricreare il partito delle mani libere che si allea con chi più conviene.
Il bipolarismo ci piace. E’ il modo in cui viene attuato che non va. Non vogliamo cambiare le regole del gioco, ma i giocatori. Non ci dispiace che l’Italia sia governata dal centro destra; crediamo che abbia diritto ad un centro destra migliore (lo stesso vale per l’altra parte, ma non possiamo far tutto)"

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Mariotto Segni

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