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Appello dell'Associazione Luca Coscioni

Inserito da:

Data pubblicazione: 06.06.2003 11:21


Il 20 gennaio scorso abbiamo segnalato la notizia che il Consiglio comunale di Busto Arsizio aveva inserito nel proprio Statuto un articolo che concedeva agli embrioni la cittadinanza a pieno titolo. Avevamo sergnalato la notizia come prova che oggi le grandi battaglie per i diritti e le libertà non si combattono più solo nelle istituzioni nazionali, ma anche in quelle locali. Non sappiamo se anche altri comuni italiani abbiano seguito l'esempio di Busto Arsizio. Certo è che resta attualissimo il nostro monito a non trascurare la partecipazione dei liberali alla vita politica e amministrativa delle loro comunità locali. Poichè crediamo nella bontà delle battaglie per la libertà di ricerca scientifica, abbiamo ritenuto di offrire questo spazio all'Associazione Luca Coscioni, nella speranza che la sua battaglia non resti confinata alle pure importantissime istituzioni nazionali e internazionali, ma possa estendersi anche alle comunità locali laddove la libertà di ricerca scientifica possa essere minacciata.

L'APPELLO DELL'ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI

Quando Josè Saramago, premio Nobel per la letteratura 1998, incontrò Luca Coscioni lo scorso anno a Siena, rimase colpito dalla forza dimostrata da questo giovane professore di economia costretto, immobile e senza parola, su una sedia a rotelle per essere stato colpito otto anni fa da una terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica. Accettò così, in quella occasione, di diventare Presidente d'onore dell'Associazione cui Luca aveva da poco dato vita e che si costituì formalmente un mese dopo, col suo nome.

Saramago capì immediatamente l'importanza della battaglia di Luca, l'urgenza di liberare la scienza e la ricerca dai mostri irrazionali dell'oscurantismo agitati da governi e parlamenti al solo scopo di bloccare il progresso civile dell'umanità. Capì anche la necessità di affrontarla in una dimensione "transnazionale": quella della lotta per la vita - e per la speranza di una vita degna di questo nome - per centinaia di milioni di esseri umani "in attesa" in tutto il mondo di cure e terapie che la ricerca sulle cellule staminali embrionali potrebbe fornire se solo non venisse demonizzata, e impedita, ostacolata, ostracizzata, dagli assurdi divieti imposti da governi culturalmente deboli e solidali con le gerarchie vaticane.

Sappiamo che, molto probabilmente, non sei o non sei mai stato un, una "radicale". Ebbene, questa Associazione è stata promossa dai "Radicali Italiani", di cui Luca è Presidente. Ma non è questo il punto. La portata "politica" della nostra battaglia vada ben al di là delle sempre più improbabili divisioni in schieramenti e ideologie. Lo stesso Saramago, come saprai, è "comunista", appassionato e dichiarato, ed i nostri attuali iscritti non sono, per la gran parte, "radicali".

Ma tutti noi ci riconosciamo nel valore della battaglia che intendiamo condurre, negli obiettivi che ci uniscono, a prescindere dalle mille altre cose che ci possono, e ci potranno, dividere in futuro.

Essi, come Saramago, riconoscono nella nostra associazione l'unico soggetto organizzato oggi esistente al mondo deciso a smascherare le formidabili ipocrisie che sacrificano, in nome della difesa della vita di un "embrione" (perfino di quelli congelati nelle cliniche di fecondazione assistita e destinati al macero nel giro di pochi mesi o pochi anni.), il diritto alla vita di "persone" in carne ed ossa: il "diritto umano" minimo di centinaia di milioni di esseri umani sofferenti.


In Italia, il Parlamento si appresta a varare nelle prossime settimane, nel silenzio più assoluto degli organi d'informazione, due leggi che di fatto sanciranno definitivamente il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni umani. Sarà la condanna di ogni residua speranza di cura per i 10 milioni di italiani che la "Commissione Dulbecco" (insediata tre anni fa dallo stesso Parlamento ed oggi malamente dimenticata) ha affermato possano trarre beneficio dai risultati della ricerca sugli embrioni. E ciò avverrà malgrado l'appoggio di ben 50 premi Nobel alla battaglia di Luca e della nostra associazione, malgrado la ribellione del mondo della scienza all'arroganza proibizionista della politica manifestatasi con l'adesione di oltre 1.500 scienziati e ricercatori italiani ad un Appello per la libertà della scienza promosso dalla nostra Associazione, malgrado i governi di alcuni Stati (come la Gran Bretagna, l'Australia, ecc. ecc.) abbiano dato prova di "aperture" di grande ragionevolezza consentendo e regolamentando la ricerca sugli embrioni.

Come vedi, non è affatto necessario essere "radicali" per aderire alla nostra associazione, come "non radicali" furono per lo più gli aderenti ad altre associazioni "radicali" protagoniste in passato di grandi e vincenti battaglie italiane di libertà e di progresso civile, come la Lega Obiettori di coscienza e la Lega Italiana per il divorzio: basta essere uomini e donne "di buona volontà" che trovino la forza e l'intelligenza di ribellarsi ad un'assurda messinscena del potere, dai connotati di una tragica superstizione, indegna della nostra epoca.


La scienza non potrà essere fermata, lo sappiamo. Ma, bloccata dagli assurdi veti di certi paesi, potrà prendere strade e direzioni diverse, potrà parlare lingue a noi sconosciute, finendo per privilegiare i malati di alcuni paesi condannando quelli dei paesi i cui governi si ostineranno a impedirne il libero cammino e disegnando assurdi recinti nella mappa dei diritti umani dei più deboli dell'intero pianeta, i malati.

Per questo abbiamo grandi progetti. Vogliamo innanzitutto - con l'aiuto di Saramago e di tutte le altre personalità della cultura, della scienza, dello spettacolo, della politica, che vorranno seguirne l'esempio - "transnazionalizzare" la nostra battaglia per la libera scienza, renderla "globale", portare le "nostre" ragioni in giro per il mondo e dotare degli strumenti necessari a questa lotta di libertà altre realtà meno attrezzate, più arretrate, di noi. Ed allo stesso tempo importare le conquiste civili e le prove di buona e laica politica che talvolta perfino paesi assai più poveri del nostro ci forniscono.

Vogliamo anche coinvolgere quanti più scienziati, ricercatori, intellettuali, semplici cittadini, organizzazioni di malati, del mondo intero, perché si consolidi - in Italia ed all'estero - una resistenza organizzata della scienza contro l'arroganza di una politica imbelle e prona alle volontà dei più potenti che imponendo la loro ideologia rischiano di farci ripiombare in pieno medioevo.

Vogliamo interrogare l'Onu, le istituzioni internazionali, richiamare l'attenzione delle opinioni pubbliche italiana e straniere sulla "Convenzione Onu sulla clonazione, umana e terapeutica" che si terrà nel prossimo settembre e che, una volta approvata sotto la formidabile pressione vaticana, potrebbe mettere la parola fine ad ogni ipotesi di legalizzazione della ricerca sugli embrioni da parte dei singoli stati membri. Vogliamo insistere, nel nostro paese, perché gli eventuali passi indietro che dovessero malaururatamente compiersi nelle prossime settimane con l'approvazione di due leggi che vanificano le speranze dei malati e mortificano la scienza, siano recuperabili, al più presto, magari attraverso referendum abrogativi che ripristinino la verità ed offrano all'opinione pubblica tutta l'informazione che fino ad oggi le è stata consapevolmente negata.

Ti ringraziamo fin d'ora per aver letto questo nostro messaggio, che non chiamiamo "appello all'iscrizione" perché l'urgenza della situazione che ti abbiamo descritto parla da sola: è di per sé un "appello". Se non all'iscrizione, certo alla coscienza di ciascuno di noi.

Spero davvero, però, che tu capisca quanto ci sarebbe necessaria "anche" la tua iscrizione.

Non ho mai creduto che si debba esser malati, o parenti e amici di un malato, per sensibilizzarsi a una grande battaglia di libertà come quella di Luca e nostra, per comprenderne la "centralità" in politica, la sua "urgenza sostanziale" e preliminare ad ogni altra funzione e responsabilità della "politica". E' possibile affermare libertà, giustizia, democrazia, se si nega il diritto fondamentale di ogni essere umano a veder almeno garantita la concreta speranza in una cura possibile, in una vita degna di questo nome? Credo, davvero, che ciò non sia possibile..

Ecco perché, in cuor mio, mi posso dire fiducioso.

Un abbraccio, e a presto,

Antonello Marzano
tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni


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