|
 |
Grazie per aver scelto questo sito. Qui troverai alcune brevi informazioni sulle sue sezioni. Leggi le informazioni
|
 |
Sono pochi gli articoli qui a destra ? AlloraRegistrati per leggerne molti di più. I tuoi dati saranno tutelati secondo la legge sulla privacy.
|
|
|
|
Nel forum |
.gif) |
|
.gif) |
|
|
|
sondaggio

|
|
|
|

|
Martedì 9 settembre, presso la Camera dei Deputati (Sala del Mappamondo), l'associazione "Civiltà e certezze del diritto" ha organizzato il convegno «Il diritto positivo italiano in particolare quello penale e costituzionale, a partire dal caso "grazia a Sofri"».
Il convegno è stato presieduto dal prof. Giovanni Battista Ferri (Diritto Civile Università La Sapienza di Roma) ed è stato introdotto dal prof. Miche Ainis (Diritto Costituzionale Università di Teramo).
«In questa sede intendo sostenere che il potere di grazia descrive una funzione squisitamente presidenziale; che nel suo esercizio non v'è spazio per alcun condominio fra il capo dello stato e il ministro della Giustizia; che la prassi maturata sino ad oggi contrasta con la lettera della Costituzione, e più precisamente con l'art. 87, secondo cui il presidente (e dunque solo il presidente) "può concedere e commutare le pene"».
Così nella relazione introduttiva il costituzionalista Michele Ainis ha aperto il suo intervento.
Il prof. Michele Ainis ha dedotto che anche dalla vicenda grazia a Sofri «emerge (...) un'ultima questione, una questione più generale e più importante della vicenda Sofri, comunque essa si concluda. Giacchè sta di fatto che in Italia il senso di legalità è stato ripetutamente offeso e vilipeso: dai fenomeni di corruzione, dall'economia sommersa, dall'evasione fiscale, e infine - perchè no? - dal disordine istituzionale, dai reciproci sconfinamenti dei poteri dello stato, dalla ricorrente tentazione d'invadere aree di competenze altrui, dalla catena di supplenze istituzionali, dalla trasformazione dell'eccezione in regola. E c'è un solo modo per restituire linfa alla legalità ferita: tornare al testo della legge, predicare la superiorità dell'interpretazione letterale su ogni lettura capziosa e deformante delle disposizioni normative. (...) Dopotutto in Italia non c'è nulla di più rivoluzionario che l'applicazione della legge».
L'ex ministro del governo Dini, Libero Mancuso, ha ventilato l'ipotesi di attentato alla Costituzione nel caso di mancata iniziativa da parte del Presidente della Repubblica che ha denunciato di essere ostacolato dalla volontà del guardasigilli, perchè vorrebbe concedere la grazia a Sofri. E' una tesi che non ha riscosso molti consensi tra i convegnisti, però indica la gravità della situazione.
Il presidente dell'Unione delle Camere Penali, Ettore Randazzo, ha sostenuto che «la grazia a Sofri è un'esigenza del nostro stato di diritto» perchè l'ex leader di Lotta Continua è la «prova vivente della violazione plateale, sciatta ed ottusa, ormai intollerabile, della funzione rieducativa della pena».
Il deputato Marco Boato, firmatario assieme a molti colleghi di tutte le parti politiche (eccetto i leghisti, gruppo di appartenenza del guardasigilli) di una proposta di legge che permetterebbe la concessione della grazia senza la controfirma ministeriale, si è augurato che la situazione si sblocchi anche senza l'approvazione della riforma legislativa perchè già da ora il Presidente della Repubblica può esercitare la sua prerogativa di concedere la grazia.
Infine Marco Pannella - il vecchio leader radicale ha l'indubbio merito di aver, per l'ennesima volta, tentato di attirare l'attenzione sul tema della mancanza di legalità nel nostro paese - ha caparbiamente chiesto a Ciampi di prendere l'iniziativa, non tanto per concedere la grazia a Sofri, ma come atto per ripristinare la legalità.
|
| Pagina per la stampa | Invia questo articolo ad un amico |
|
|
|