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RE: Liberali nelle MARCHE - San Benedetto del Tronto
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Liberali nelle MARCHE - San Benedetto del Tronto
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RE: Quinto potere
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RE: Elezioni europee
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RE: MilanoLiberale?
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MilanoLiberale?
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RE: UN LIBERALE IN PIU'
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UN LIBERALE IN PIU'
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RE: Quinto potere
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Gli inutili steccati
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In provetta no e a letto nemmeno
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Quella legge è illiberale. Chi ha paura della procreazione assistita?
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In pericolo la legge sull'aborto
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Dopo gli internet-cafè, ora nascono i cyber-cafè. E' la Provincia di Torino che ha lanciato l'iniziativa e, con lei, venti comuni e sette comunità montane. Ma cosa sono i cyber-cafè ? Forse è presto per dirlo, ma nelle intenzioni degli enti promotori dovrebbero costituire una rete innovativa di locali per aggregare e mettere in comunicazione i giovani, creare nuovi rapporti tra i giovani e le istituzioni, con l'aiuto della loro creatività culturale ed artistica, delle nuove tecnologie e della rete internet. Fin qui sembrano le solite buone intenzioni. Rispetto agli internet-cafè, fruibili individualmente, i cyber-cafè dovrebbero sviluppare attività commerciali gestite da giovani imprenditori, quali ad esempio: bar ristorante, vendita di prodotti tipici, musica o libri, affitto video, corsi di danza, teatro, etc. Insomma, di tutto un po', secondo ciò che l'imprenditorialità e la creatività dei giovani possono offrire in risposta alle esigenze aggregative del territorio in cui operano.
I contorni dell'iniziativa sembrano ora più chiari: si tratta di una sorta di "oratori" laici o, se volete, di "centri sociali" spogliati di ogni connotazione d'illegalità. Le forme di organizzazione saranno di tipo cooperativo, associativo, imprenditoriale o altro, purché vi siano rappresentate le professionalità necessarie per il funzionamento delle attività commerciali e dello spazio di aggregazione. Il gruppo imprenditoriale che gestirà il sito verrà selezionato da una commissione mista Comune e Provincia di Torino, dietro presentazione di curriculum vitae e di una relazione progettuale in cui sia ben chiaro anche chi gestisce il centro e in quali forme associative (cooperativa o altro).
La domanda che sorge spontanea è se i cyber-cafè lanciati dagli enti pubblici torinesi potranno in qualche modo contribuire a rilanciare quell'associazionismo giovanile che da troppo tempo versa in una crisi nera dovunque in Italia. A nostro avviso è sui perchè di questa crisi che ci si deve interrogare. L'associazionismo giovanile è in crisi nelle scuole, nelle università, nel mondo del lavoro e in quello dei partiti o della politica, della cultura, delle attività ricreative. E' difficile non riconoscere che la società in cui viviamo non lo aiuta: tutto è inaccessibile anche ai giovani muniti delle migliori intenzioni e buona volontà. I locali per una sede costano troppo e quelli offerti dalle pubbliche amministrazioni (comunque quasi mai gratuitamente) in genere sono accessibili solo agli amici dei loro amici. Quando sono insieme i giovani amano ascoltare la loro musica e quando non ascoltano la musica parlano, discutono, scherzano tra loro a vcoce alta, arrivano e ripartono su rumorosi motorini o tengono alto lo stereo dell'auto: fanno rumore e chi abita nei pressi fa loro la guerra. Nessun conferenziere si muove più gratuitamente e senza rimborso delle spese di viaggio e di pernottamento. E poi ci sono le leggi contro l'inquinamento acustico, quelle sulla sicurezza dei locali, quelle sulla stampa o sul turismo associazionistico, quelle del fisco e tante altre ancora che si aggiungono alle responsabilità civilistiche degli organizzatori. Non per niente in questa società, così occhiuta e regolamentata, hanno preso piede i "raves party" o i "centri sociali" come alternativa ad una società che dimostra sempre più insofferenza e indifferenza verso i giovani, che non vuole più far credito alla loro capacità di autoeducarsi e autodeterminarsi nella relazione con i propri simili.
Le Regioni e gli enti locali hanno gli strumenti per rimuovere gran parte degli ostacoli contro cui si scontra il libero associazionismo giovanile. Ed è questo il terreno sul quale si devono muovere, piuttosto che quello paternalistico dei cyber-caffè. Degli ostacoli all'associazionismo giovanile in genere si è detto sopra, ma anche la voglia di imprenditorialità giovanile trova spesso ostacoli insormontabili in Italia. Se si va a vedere cosa è successo in USA negli ultimi anni, si scopre che alcuni giganti del mondo dell'informatica sono nati dall'imprenditorialità di giovanissimi studenti che s'ingegnavano di notte nel garage della propria casa: qui da noi sarebbero stati subito fermati dalla mancanza di agibilità dei locali, da qualche denuncia per mutamento di destinazione d'uso del garage, da qualche ispettore del lavoro o da qualche tutore delle norme di sicurezza. E, poi, quand'anche avessero superato questi ostacoli, quale banca o istituzione avrebbe concesso dei finanziamenti a dei ragazzi impossibilitati a fornire idonee garanzie ?
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