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Voto amministrativo agli stranieri: nessuno ne parla più, ma qualcosa si fa

Inserito da:

Data pubblicazione: 13.01.2004 17:50



Da questo sito è possibile scaricare (in Word o in Wordpad) la "Carta Europea dei Diritti Umani nella Città". Qui vogliamo richiamare l'attenzione sull'art.8 (diritto alla partecipazione politica), ove al 2° comma si afferma "Le città firmatarie incoraggiano la definizione di norme legislative che portino all’ampliamento dei diritto al voto e di eleggibilità a livello comunale per i cittadini maggiorenni che non sono cittadini dello Stato", mentre al 3° comma si afferma "Oltre alle elezioni periodiche destinate a rinnovare le istanze comunali, viene incoraggiata la partecipazione democratica. A tal fine, i cittadini e le loro associazioni possono accedere ai dibattiti pubblici, presentare delle interrogazioni alle autorità comunali sulle poste in gioco riguardanti gli interessi dell’ente locale ed esprimere il proprio parere, sia in modo diretto mediante dei “referendum comunali”, sia mediante delle riunioni pubbliche e l’azione popolare". Il secondo comma attribuisce ai comuni il compito di incoraggiare l'estensione legislativa del diritto di voto, sul presupposto che i comuni non abbiano potere normativo in proposito, come in effetti avviene in Italia ove la normativa per l'elezione dei consigli comunali e provinciali è di esclusiva competenza statale, anche se la competenza per l'elezione dei consigli regionali è stata attribuita alle regioni. Il 3° comma, invece, impegna i comuni a garantire forme di partecipazione democratica dei non-cittadini dello Stato, sia nei pubblici dibattiti relativi ai problemi della città, sia attraverso gli ordinari strumenti di partecipazione e azione popolare.

In Canada trent'anni fa
Sui diritti di cui sopra nell'autunno scorso si è svolto in Italia un ampio dibattito a seguito della proposta di Fini, anche se ora le polemiche sembrano sopite e lo stesso Fini sembra in tutt'altre faccende affacendato: non vorremmo che il tema, da lui sollevato allora, passasse nel dimenticatoio delle tante esercitazioni verbali estemporanee cui ci hanno abituato i nostri politici. E' certo, però, che il tema dell'estensione del voto agli extracomunitari, residenti e in regola, sia stato completamente dimenticato da tutti i massmedia. Ma, si sa, le idee non muoiono mai completamente, quasi sempre attecchiscono qua e là, spesso ci danno frutti a distanza di tempo. Così, il Comune di Roma ha deciso autonomamente di aggregare al consiglio comunale e ai consigli municipali (circoscrizioni) dei consiglieri aggiunti eletti dagli extracomunitari. Nulla di rivoluzionario, perchè in realtà i consiglieri aggiunti non avranno il diritto di voto; però, parteciperanno ai lavori del consiglio e potranno esprimere la loro opinione sulle delibere in discussione. La macchina elettorale si è già messa in moto e le liste di candidati dovranno essere presentate entro il 31 gennaio. Attivissime le associazioni tradizionalmente vicine alle singole comunità di extracomunitari. A segnalare come le donne siano le più direttamente interessate ai problemi quotidiani della vita entro la comunità locale ed ai servizi offerti alle famiglie dal Comune, va sottolineato come proprio le donne si stiano distinguendo, per impegno, nella raccolta delle firme.

Anche Genova si è mossa, ma il suo cammino sembra più lungo e difficile - in assenza di una specifica normativa - della piena equiparazione degli extracomunitari agli altri cittadini nel diritto di voto. A Genova il consiglio comunale ha già affidato al sindaco, fin dal settembre scorso, il compito di studiare e proporre specifiche modifiche allo Statuto cittadino, al fine di agiungere al pieno diritto di voto nelle elezioni amministrative locali del 2007. In Toscana, il consiglio regionale sta approntando modifiche allo Statuto regionale affinchè gli extracomunitari possano votare già alle prossime elezioni regionali: questa strada dovrebbe presentare minori difficoltà, dal momento che la legge elettorale dei consigli regionali è competenza esclusiva delle singole regioni, mentre la legge elettorale per comuni e province rimane di competenza dello Stato.

Va segnalato, comunque, che molti comuni si stanno muovendo sulla via del riconoscimento del diritto degli extracomunitari a partecipare alla vita politica e amministrativa della città in cui risiedono. Un esempio per tutti è quello di Torino, ove è stata istituita una "consulta comunale" riservata agli extracomunitari (l'iniziativa interessa anche gli apolidi): non siamo ancora all'equiparazione nel diritto di voto, ma, comunque, tutte queste iniziative servono a sensibilizzare gli extracomunitari e a preparare la strada per quando saranno varate normative specifiche. Ciò che appare strano - ma non troppo in questo sconcio sistema bipolare - è che in Parlamento, sui temi di cui all'art.8 della Carta Europea dei Diritti Umani nella Città, l'unica voce palesemente dissenziente (ti pareva?) sia quella della Lega Nord (meno del 4% dei voti in tutta Italia): insomma, le opposizioni ed il resto della maggioranza parlamentare restano impotenti.



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