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MOVIMENTO O PARTITO ?

Inserito da:

Data pubblicazione: 27.02.2004 19:50



I liberali come movimento e i liberali come partito sono un'alternativa?
Le due tendenze, o obiettivi, sono incompatibili? Non sembra.
Ben venga "un grande movimento d'opinione che sia in grado di fornire classe dirigente ai diversi schieramenti garantendo insieme un luogo del confronto culturale fuori dai luoghi del confronto politico"; ben venga "una 'massoneria' moderna, democratica e trasparente"; ben venga "un'Area Liberal del pensiero politico, senza proprietari, barriere e recinzioni".
Ma ben venga anche "un nuovo soggetto liberale autonomo e moderno nella sua organizzazione".
Non vediamo nessuna opposizione o incompatibilità tra i due obiettivi. Anzi, l'uno potrebbe e dovrebbe rafforzare l'altro e viceversa.
Un movimento liberale avrebbe la caratteristica del "prepartito", un ampio luogo di incontro politico e culturale di persone che si muovono in uno stesso mondo ideale, una forza d'opinione che potrebbe pesare e condizionare "dall'esterno" lo schieramento politico.
Un partito liberale avrebbe la caratteristica specifica dell'operatività politica e dell'azione interna allo schieramento politico, non possibile al movimento che per sua natura è non operativo essendo essenzialmente d'opinione e formazione.
C'è a volte una certa tendenza a considerare incompatibili strumenti ed azioni che invece concorrono verso uno stesso fine.
Perché non considerare concorrenti verso uno stesso fine: 1) un movimento d'opinione liberale aperto agli apporti più vari e che riunisca persone che pur con storie e sfumature diverse siano uniti da ciò che è l'essenza del liberalismo come problema della limitazione del potere e quindi come problema innanzitutto istituzionale nel senso più ampio del termine?, e 2) un partito che operi concretamente nell'agone politico incidendo nella realtà delle cose là dove per sua natura non
può il movimento?
Non vediamo tra i due "progetti" un qualcosa che richiama la connessione e la differenza che stanno tra strategia e tattica? Il movimento può influire molto più di un partito nel lungo periodo e nel profondo della società, del costume e della cultura; sarebbe meno esposto agli errori che sono propri di chi opera e costituirebbe un pur indiretto "raccordo" tra più partiti, gruppi e persone su questioni di fondo e non
contingenti. In un paese dove piazza e sondaggi pesano più delle opinioni, e dove chi è fuori dell'agone politico è stranamente "invisibile", un partito sarebbe in prima linea e potrebbe garantire un minimo di azione concreta.
Se mai il problema sembra un altro: dove sono gli uomini per costruire questi due mondo affini e concorrenti al miglioramento di questa nostra Italia imbarbarita ed attratta dai due schieramenti che concorrono al suo malgoverno, e dove oggi l'unica speranza è che i danni che fa l'uno siano non peggiori di quelli che fa l'altro? E dove la loro sperabile
alternanza al governo è vista solo come speranza che il malgoverno dell'uno possa limitare i danni del malgoverno dell'altro?
Forse l'incompatibilità dei due progetti è tutta qui: vorremmo fare molto ma siamo in pochi.



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