A mio modesto avviso, il problema è leggermente piu' complesso.
Innanzitutto, non intendo affrontare specificamente il discorso Friuli, che è comunque un caso interessante, ma vorrei cercare di ricondurre la questione a termini piu' generali.
E' un dato di fatto che nei due schieramenti i liberali o comunque coloro che si definiscono tali, siano purtroppo una minoranza. Qualora un partito liberale si unisca ad una qualsiasi delle due maggiori colizioni, perché questa corrente di pensiero sia rappresentata, è necessario che la ripartizione delle candidature nelle varie circoscrizioni regionali rispetti una quota preventivamente fissata a livello nazionale; per fare un esempio pratico, se un partito con il 5% dei voti di una coalizione puo' fare valere la sua percentuale su scala nazionale e ci sono, mettiamo 100 comuni da rinnvare, puo' sperare che gliene tocchino, alla peggio, cinque. E' questa la stessa logica della rappresentanza proporzionale su collegio unico nazionale. Se invece ogni caso dovesse essere trattato isolatamente va da sè che il risultato finale per questo ipotetico partito sarebbe uguale a zero.
Ora, viene il problema delle primarie...in un'ipotesi di coalizione, le assemblee primarie sono inevitabilmente governate e preda delle maggioranze, che sono in genere tutt'altro che liberali e comunque dominate dai partiti maggiori con piu' iscritti...è percio' necessario ricondurre i criteri di ripartizione nelle eventuali primarie regionali al un piu' ampio quadro politico nazionale.
E' evidente che una simile procedura non è certamente in linea con tutta la battaglia per il trionfo del principio maggioritario che si è condotta in questo paese negli ultimi decenni e men che meno con le istanze federaliste e legate al principio di sussidiarietà fondazione di ogni potestà regionale, ma il nocciolo della questione sta proprio qui: se si porta il principio maggioritario alle estreme conseguenze, il prezzo da pagare è la scomparsa delle sfumature dell'arcobaleno politico, e tra i primi a farne le spese sono proprio i liberali di entrambi gli schieramenti, che rischiano di essere ridotti a curiosità zoologica nel caravanserraglio della politica italiana. |