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RE: Ripristinare la legalità è rivoluzionario
Autore: Beppi Lamedica
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Data:
01.04.2004 19:19
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Testo:
Ma questo regime può soddisfare la sete di legalità?
Oggi giovedì 1 aprile, sul Corriere della Sera con una pagina pubblicitaria offertagli da Giuliano Ferrara, Marco Pannella si rivolge al Presidente Ciampi con una lettera aperta dal titolo: "DI E PERCHE' LA SETE". Nella pagina sono pubblicati interventi sul potere del Presidente della Repubblica in relazione all'istituto della Grazia di giuristi fra i quali il Presidente Emerito Francesco Paolo Casavola, il Presidente Giuliano Amato, i Professori Michele Ainis, Vittorio Angiolini, Giuliano Vassalli, Andrea Manzella, Marcello Gallo, Tommaso Frosini, Augusto Cerri, Giuseppe Contini, Lorenzo Chieffi, Tommaso Mancini, Filippo Mancuso, Andrea Pugiotto.
Nella sua lettera, Pannella dà atto al Presidente della Repubblica di avere per ben due volte in un anno, manifestamente "chiesto l'aiuto dei cittadini informandoli ufficialmente che dal gennaio 2002 egli era e restava in attesa di poter compiere gli atti conclusivi di un rinnovato esercizio del suo Potere di Grazia".
Pannella ricorda i precedenti drammatici interventi per assicurare un funzionamento conforme ai principi di legalità delle massime istituzioni della Repubblica, ricordando l'interessamento patente del Presidente Ciampi. Ora è in causa -da più di 800 giorni- il Potere del Presidente, nel tentativo di imporre il proseguimento di una prassi anticostituzionale volta ad impedire al Presidente della Repubblica l'esercizio del Potere di Grazia, per consegnarlo al sistema partitocratico.
Pannella segnala la straordinaria mobilitazione in scienza e coscienza di una parte vastissima e prestigiosa del mondo del diritto, dal quale si stanno levando vere e proprie inconsuete grida in difesa della Costituzione, del Diritto e del Presidente della Repubblica.
Pannella, come noto, aveva annunciato di tornare allo sciopero della sete se entro il 31 marzo nulla fosse cambiato per il ristabilimento dei poteri costituzionali del Presidente. Il titolo scelto per la pagina sul Corriere della Sera, costituisce evidentemente una conferma di quell'annuncio.
Così Pannella conclude:
"[.] Mi consenta di dirLe, per finire, che ormai diamo, creiamo, immettiamo, scandalo, scandalo, Signor Presidente.
In primo luogo urge e mi importa aiutare la Legge e Lei e i suoi successori per l'Ufficio che è, o sarà, il Vostro. Non trovo altra moralità per me possibile che quella di dar corpo alla sete, non solo mia ma certamente anche Sua, di rispetto e di affermazione della Legge e della legalità.
Resterò in queste ore, in questi giorni, se e quanti mi saranno dati, spiando ogni segno che possa essere onestamente ritenuto come garanzia di vita del diritto e del diritto alla vita di ciascuno e di tutti. La saluto e Le formulo i miei migliori auguri, Signor Presidente. Aggiungo solamente un pensiero che Le devo di esprimerLe: chiedo ad Adriano Sofri di volere e sapere perdonarmi se uso il Maestro di vita e di pensiero che è divenuto, piuttosto che tentare di alleviarne il fardello che l'opprime e ci desola".
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